Un'altra stagione ricca di soddisfazioni e di traguardi raggiunti dai propri associati a partire da Antonio Damato fino ad arrivare ai giovani vogliosi di crescere ed emergere. Una stagione, ricca di soddisfazioni anche dal punto di vista associativo con l'apice del premio "Pasquale Gialluisi", consegnato al designatore Domenico Messina ed ormai riconosciuto come punto di riferimento in tutta Italia. Insomma, il presidente della sezione AIA di Barletta Savino Filannino ha di che essere soddisfatto, con la consapevolezza però che si può e si deve ancora crescere ed è proprio questo che emerge dalle parole rilasciate alla nostra redazione nella ormai consueta analisi di fine anno.
Presidente, la prima domanda è quella canonica: qual è il bilancio della sezione AIA di Barletta per la stagione 2014-2015?
«A prescindere dal mio carattere, a volte un po' pessimista, il bilancio di questa stagione è positivo. In una stagione nella quale abbiamo toccato apici importanti come quello del premio "Gialluisi", per il quale abbiamo ricevuto complimenti da tutta Italia e abbiamo raggiunto risultati importanti tra conferme e promozioni, possiamo vantare anche una ciliegina sulla torta, ovvero quella della consegna ad Antonio Damato del premio "Mauro", un riconoscimento che per ogni arbitro di serie A è la cosa più importante. Questo premio gratifica tutti noi, valorizza il lavoro della nostra sezione e Antonio ne è consapevole tanto che chiamandolo a ridosso del conferimento mi disse: "Questo premio è tuo e di tutta la sezione arbitri di Barletta". Queste soddisfazioni confermano ancora una volta, l'assunto che vuole il raggiungimento di risultati positivi come frutto di un lavoro sinergico».
Tra le note positive di questa stagione abbiamo anche gli esordi in serie A di Francesco Di Salvo e Vincenzo Soricaro, primi assistenti barlettani ad esordire nella massima serie. Cosa ti è rimasto di questo e cosa ti senti di dire ai due ragazzi?
«E' vero, loro sono stati i primi assistenti barlettani a calcare i campi della massima serie e per questa sezione è stato un evento assolutamente significativo visto che mai in 37 anni di vita era accaduto. Quello che mi sento di dire a riguardo è più che altro un invito ai nostri giovani, un invito a prendere esempio da questi due ragazzi e da Antonio Damato, ragazzi che non si sono mai demotivati anche davanti alle difficoltà. Le difficoltà, vedi l'infortunio patito da Di Salvo o l'esordio che per Soricaro tardava ad arrivare, ci sono state ma loro sono stati bravi a tener duro ed a superarle e di conseguenza non posso che complimentarmi e ringraziarli di aver rappresentato questa sezione in serie A».
Per due ragazzi che hanno fatto il loro esordio in A ci sono tre ragazzi in particolare che potrebbero aver detto addio (o arrivederci) al loro percorso sui campi, stiamo parlando di Francesco Fiore e Salvatore Stasi per la CAN Pro e Salvatore Dibenedetto per la CAN D. Cosa senti di dir loro?
«Parto da Salvatore Stasi e parto dal lui per ringraziarlo a nome mio e a nome di tutti gli arbitri di questa sezione e del consiglio direttivo. Salvatore nel corso degli anni ha rappresentato in maniera ottimale questa sezione, purtroppo la piramide AIA non permette a tutti di ambire alla categoria superiore, e per l'organo tecnico che lo ha fin qui gestito, lui ha toccato l'apice di quella che poteva essere la sua carriera. Di conseguenza, come detto, non posso che ringraziarlo e auspicare che Salvatore possa mettere a disposizione di giovani che non vedono l'ora di ascoltarlo tutta l'esperienza maturata in questi anni sui campi. A Francesco Fiore e Salvatore Dibenedetto invece voglio dare un arrivederci ed un in bocca al lupo. Il 17 e il 18 di luglio a Coverciano ci sarà il corso per assistenti arbitrali e ci saranno alcuni arbitri dismessi che potranno tornare in campo nella nuova veste a patto di superare alcuni test. Francesco potrà dunque ambire alla CAN B, mentre Salvatore alla CAN Pro, speriamo bene».
Per la sezione AIA di Barletta, aspetto fondamentale oltre a quello dei risultati sul campo è quello associativo. Anche in questa stagione ci sono stati eventi importanti come la visita di Paolo Tagliavento e la consegna a Domenico Messina del premio "Pasquale Gialluisi", puoi ritenerti soddisfatto?
«Questa sezione arbitri da un punto di vista associativo e comportamentale merita 8. In questi pochi anni di mia presidenza abbiamo aperto la sezione a tutti, e tutti gli ospiti da Paolo Tagliavento ad Angelo Montesardi (vice responsabile CAN 5) si rendono conto di questo. A tal proposito, se posso permettermi di dare un 8 alla vita associativa di questa sezione è soprattutto grazie al lavoro di Stefano Morelli, Decio Savella, Francesco Piciaccia, Mimmo Manente e Pierangelo Pellegrini. Io ci metto la faccia, ma loro sono fondamentali ed il loro sostegno è decisivo per realizzare tutto ciò che facciamo e per trasmettere ai ragazzi quel rispetto delle regole che è la prerogativa fondamentale per far parte di questa associazione, un'associazione che accoglie solo ragazzi che hanno voglia di sacrificarsi, lavorare ed imporsi come esempio positivo nella società».
Positiva, senz'altro è stata anche la stagione del calcio a 5 e degli osservatori arbitrali
«Assolutamente si. Per quel che riguarda il calcio a 5 oltre a tutti gli arbitri nazionali e regionali devo menzionare in particolare Ruggiero Chiariello e Dario Fiorentino. Entrambi, seppur il primo sia ancora in attività ai massimi livelli (quest'anno per lui seconda finale scudetto consecutiva) ed il secondo non sia in attività, hanno in comune il prodigarsi per la crescita di questo movimento e per questo li ringrazio. In questa sezione il calcio a 5 è in continua evoluzione tanto da avere 7 unità a livello nazionale (5 arbitri e 2 osservatori) e oltre 20 unità sezionali. Per quel che riguarda gli osservatori vorrei rimarcare come nel corso degli ultimi anni abbiamo promosso l'attività di un gruppo a livello regionale e nazionale che potesse essere da sprono per quei giovani che escono dai terreni di gioco e poi perdono gli stimoli. Guardando figure come Domenico Gialluisi in procinto di affrontare il 5° anno da osservatore in CAN D, come Domenico Riefolo e Claudio Battista appena promossi in CAN D i ragazzi trovano stimoli e non può che essere così visto che stiamo parlando di persone che danno lustro alla sezione e conseguono risultati importanti».
Per chiudere il cerchio, darei uno sguardo alla prossima stagione. Quali sono gli auspici della squadra arbitrale ai nastri di partenza? Quali gli obiettivi della sezione?
«Io partirei da un presupposto. Dopo Antonio Damato e dopo l'uscita di scena di Francesco Fiore e Salvatore Dibenedetto, questa sezione ha perso tutti gli arbitri a livello nazionale e quindi di conseguenza dobbiamo ripartire dal basso, dalla regione. In regione abbiamo ragazzi come Vincenzo Balestrucci, Vittorio Daddato, Alessandro Carella, Nicolò Peres che sono sul trampolino di lancio per la prossima stagione di Eccellenza. In Promozione poi abbiamo ragazzi come Spina, Leone, Desiderato, Insaguine, Giuseppe Doronzo, tutti con caratteristiche per poter ambire alla scalata nei prossimi anni. Da loro dobbiamo ripartire per ritrovare un altro Antonio Damato. Analizzando le categorie nazionali, auspichiamo la conferma ed il salto di qualità di Luigi Lanotte che dopo tre anni ad altri livelli, quest'anno è stato gratificato anche dalla semifinale play-off "Primavera", la conferma di Giuseppe Antonacci, reduce da un ottimo primo anno in CAN Pro. Allo stesso tempo per ciò che riguarda la CAN D puntiamo al salto di qualità di Domenico Gialluisi (osservatore) e Marco Di Bello (assistente) e alla conferma di tutti gli assistenti, ovvero Di Tondo, Pellegrini, Binetti e De Chirico. Vorrei inoltre fare un in bocca al lupo a Giovanni Del Carmine, osservatore del CAI cui auguro il salto di qualità».
Per concludere, doveroso è un tuo pensiero circa il momento del calcio barlettano in attesa di rinascere dalle polveri di un momento daverro difficile. Cosa ti senti di dire?
«Io ho dei ricordi non troppo sfocati di quel 1987, avevo 11 anni, e assistevo ad una festa durata giorni. In quella festa, era palpabile la gioia di ogni persona ed ogni cittadino per un calcio diverso e più genuino. Ed allora, spero si possa tornare a quello spirito, con persone che possano rilanciare il calcio in questa città assecondando la volontà di tutti i cittadini di riavere un patrimonio importante come la squadra della propria città, una città che merita molto di più. A questo proposito auspico una crescita anche dal punto di vista delle strutture adibite alle attività sportive che sono fondamentali per far crescere una generazione sana e volta al rispetto delle regole»